Leonardo Sinisgalli - Poeta
Montemurro è il paese batale di Leonardo Sinisgalli, che vi nacque il 9 marzo 1908 da Vito e Carmela Lacorazza. Sinisgalli aveva quattro sorelle e un fratello, Vincenzo (1925-1998), giornalista e scrittore, collaboratore di varie riviste (tra cui il Mondo di Pannunzio) e rubriche radiofoniche nazionali. Leonardo Sinisgalli, ingegnere e pubblicitario, fu collaboratore della Pirelli, della Finmeccanica, dell'Olivetti, dell'Eni e di Alitalia, dividendosi tra Milano e Roma. In gioventù, dopo la laurea in ingegneria fu chiamato da Enrico Fermi che lo voleva tra i suoi allievi, ma egli preferì la poesia all'atomica (fu scoperto da Ungaretti, al quale si legò in una lunga amicizia). Appartenne a quella generazione dei Montale, dei Moravia, dei Pavese, dei Vittorini, dei Piovene, la "generazione inquieta" che formatasi negli anni del fascismo, ebbe sempre un angoscioso travaglio intellettuale dovuto ai tanti anni difficili, tra ventenennio, guerra, e avvento repubblicano. La sua opera ha avuto costantemente un'amarezza di fondo, un senso irrimediabile di disperazione, di vuoto, di cui oggi più che mai gli uomini sono sinistramente afflitti. Nel 1953 fondò e diresse fino al 1958 la rivista culturale della Finmeccanica "Civiltà delle Macchine", pubblicata fino al 1979. Morì a Roma il 31 gennaio 1981 e riposa nel cimitero di Montemurro, nella cappella di famiglia da lui stesso progettata.
Maria Padula - Pittrice
Nacque a Montemurro il 12 gennaio 1915, frequentò il Liceo Artistico e l'Accademia di Pittura prima a Napoli e poi a Firenze. Fu alunna di Francesco Scorzelli, Emilio Notte, Giovanna Brancaccio, Eugenio Scorzelli, Felice Carena, Pietro Gaudenzi, Giovanni Colacicchi e Gennaro Luciano, conservando intatta una sua personalità, che la ricollega alla realtà della sua terra, incantata dai colori e dal suo modi di essere, dai dolci e forti rilievi che la arricchiscono. Morì il 10 dicembre del 1987, e fu sepolta a Montemurro. E' possibile visualizzare alcune delle sue opere sul sito www.mariapadula.it
Giuseppe Capocasale - Filosofo
Nacque a Montemurro il 1° marzo 1754 da Lorenzo, fabbroferraio, e Maria Lucca, e per le modestissime condizioni di famiglia fu costretto a procurarsi il pane, aiutando il pane nel suo duro mestiere. Il desiderio di sollevarsi, di apprendere e il profondo sentimento religioso lo spinsero a non desistere, e il giovane non tralasciava ogni sera di studiare dopo le fatiche quotidiane. Divenne ben presto noto per la dottrina, andò precettore a Corleto, Stigliano e a San Mauro Forte, presso la famiglia Arcieri. A vent'anni fu chiamato alla carica di governatore del Comune di Sarconi, e poi assunto alla funzione di baiulo della famiglia Pignatelli, feudataria di Sarconi, amministrò così saggiamente la giustizia, da meritare il plauso del barone e dei vassalli. Si recò a Napoli e riprese gli studi, il 25 maggio 1800, a 47 anni, vestiva l'abito talare, per la licenza speciale concessa dal Re e dal Clero. Nel 1804, il 17 ottobre, ebbe l'ambito onore della nomina a lettore di Logica e Metafisica, e successivamente, il 7 aprile 1818, quella di professore di Diritto di Natura e delle Genti nella Università di Napoli. Nel 1822 fu assunto quale precettore del Principe Reale, Ferdinando II di Borbone, nelle discipline filosofiche e giuridiche. Fu membro di varie Accademie tra le quali la Parmense, la Fiorentina, la Augusta di Perugia, la Cosentina e molte altre. Il 15 ottobre 1828, nella villa Reale di Portici fu colpito da febbre nevrina che dopo otto giorni lo portò al sepolcro.
Gian Tommaso, Matteo e Gian Giacomo Manecchia - Pittori
Illustri pittori nati a Montemurro operarono in Napoli tra la fine del 500 e la metà del 600. Sono poche le notizie pervenute sulla loro vita. Gian Tommaso di sei anni maggiore di Gian Giacomo, ospitò il fratello nella sua casa a Napoli, facendogli da padre e maestro. Delle loro opere solo due grandi tele a firma di Gian Giacomo, nato il 28 settembre 1597 e morto il 13 settembre 1657, sono visibili ai lati dell'Altare Maggiore nella Chiesa di S. Maria della Sapienza in Napoli. Una raffigura le nozze di Cana, l'altra l'Adorazione dei Magi.
Sebastiano e Carlo Sellitto - Pittori
Sebastiano nacque a Montemurro verso la metà del 600, giunto a Napoli da giovane con l'intento di imparare l'arte della pittura, si applicò anche come indoratore. Pur essendosi stabilito giovanissimo a Napoli, egli rimase attaccatissimo al suo paese natio, tanto che ogni estate vi si recava sia per accudire ai suoi beni, sia per riabbracciare parenti ed amici. Ebbe sei figli di cui quattro maschi Francesco Antonio, Gian Domenico, Carlo e Giuseppe e due femmine Isabella e Faustina. Di questi Carlo, nato a Napoli il 1581 mostrò sin da piccolo una grande inclinazione per la pittura a differenza degli altri figli. Così il padre lo mise prima come garzone presso il pittore vercellese Gio. Antonio Ardito, successivamente lo introdusse come discepolo nello studio del pittore fiammingo Loise Croys, artista in Napoli molto stimato. Il giovane rivelò ottime qualità soprattutto nel ritratto diventando ben presto il ritrattista più ricercato dall'aristocrazia partenopea. Tra le opere attribuite all'artista vi sono:
- l'Apostolo Pietro salvato dalle acque (Napoli, Chiesa di Santa Maria di Monteoliveto);
- San Carlo Borromeo (Napoli, Museo di Capodimonte);
- Adorazione dei pastori (Napoli, Chiesa Santa Maria del Popolo agli Incurabili);
- Santa Cecilia (Napoli, Museo di Capodimonte);
- Bacco (Francoforte sul Meno, Standelsches Kunstinstitut);
- Davide con la testa di Golia (Rodesia, collezione privata);
- Santa Lucia (Messina, museo nazionale);
- Visione di Santa Candida (Napoli, Chiesa di Sant'Angelo a Nilo, Cappella Brancaccio);
- Cristo Crocifisso (Napoli, Chiesa di Santa Maria di Portanova);
- Sant'Antonio da Padova (Napoli, Chiesa dell'Incoronata a Capodimonte).
Attribuita al Sellitto è anche l'opera Madonna del suffragio nella Chiesa di San Luigi ad Aliano, unico dipinto dell'artista esistente in Basilicata.